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Intel e la Grande Occasione Mancata: Dall'AI all'Involuzione del Colosso dei Chip

Intel e la Grande Occasione Mancata: Dall'AI all'Involuzione del Colosso dei Chip

Intel, una delle più grandi aziende di semiconduttori al mondo, sta attraversando un periodo turbolento, segnato da decisioni sbagliate e opportunità mancate. Dopo aver perso la possibilità di investire in OpenAI sette anni fa, la società vede oggi il suo valore di mercato scendere vertiginosamente, quasi equivalente a quello della stessa OpenAI. Questo articolo esplora le scelte strategiche che hanno portato Intel a questa situazione critica e valuta se ci sono possibilità di una svolta.

Un Declino Inesorabile

Negli ultimi mesi, Intel ha affrontato numerosi problemi, tra cui il peggioramento delle performance finanziarie nel secondo trimestre dell'anno fiscale 2024 e le previsioni negative per il terzo trimestre. Questo ha portato l'azienda a subire un calo del 60,27% nel valore delle sue azioni dall'inizio dell'anno, con una capitalizzazione di mercato scesa sotto i 100 miliardi di dollari, attestandosi a 81 miliardi di dollari. Questa cifra è quasi equivalente alla valutazione attuale di OpenAI, stimata intorno agli 80 miliardi di dollari, una startup che Intel ha deciso di non acquisire diversi anni fa.

Le Opportunità Perse: OpenAI e Apple

Nel 2017 e 2018, Intel aveva l'opportunità di acquisire il 30% delle azioni di OpenAI per soli 1 miliardo di dollari. All'epoca, OpenAI era ancora n piccolo ente di ricerca senza scopo di lucro concentrato sull'intelligenza artificiale generativa, un campo poco conosciuto e di nicchia. Secondo fonti vicine all'azienda, se Intel avesse fornito hardware a OpenAI a costo, avrebbe potuto acquisire ulteriori 15% delle azioni.

Tuttavia, Intel scelse di non proseguire con l'acquisizione, con l'allora CEO Bob Swan che riteneva che i modelli di AI generativa non avrebbero avuto un impatto immediato sul mercato, rendendo difficile per Intel ottenere un rapido ritorno sull'investimento. Questa scelta si è rivelata un grave errore strategico, soprattutto alla luce del successo mondiale di ChatGPT, che ha catapultato OpenAI sotto i riflettori globali.

Questo non è stato l'unico caso di opportunità persa. Nel 2013, Intel rifiutò l'offerta di Apple di utilizzare i suoi processori nella prima generazione di iPhone. Il CEO di Intel dell'epoca, Paul Otellini, respinse la proposta poiché riteneva che il prezzo offerto da Apple non coprisse i costi previsti. Con il senno di poi, Otellini ammise che questa fu una decisione errata, dato che la quantità di chip richiesta da Apple superò di gran lunga le previsioni. Alla fine, Apple scelse di utilizzare chip Arm, consolidando la posizione di Arm nel mercato delle CPU per smartphone.

Ritardi e Concorrenti Agguerriti

Intel ha inoltre sofferto di una reazione tardiva nel campo delle GPU. Storicamente, l'azienda ha sempre puntato sui CPU per desktop e laptop, ritenendoli superiori nell'elaborazione dei modelli di intelligenza artificiale. Tuttavia, le GPU, inizialmente progettate per i giochi, si sono rivelate molto più efficienti nella gestione dei grandi volumi di dati necessari per l'addestramento dei modelli AI. Nvidia, in particolare, ha sfruttato questa opportunità, diventando leader nel mercato dei chip AI.

Secondo analisti come Daniel Newman di Futurum Group, Intel ha perso l'opportunità di guidare la trasformazione dell'AI, lasciando spazio a Nvidia, AMD e TSMC per colmare il vuoto nel mercato dei semiconduttori per l'AI. Nel settembre 2023, Intel ha introdotto il concetto di AI PC, ma il lancio del chip AI per PC, Lunar Lake, è previsto solo per settembre 2024, con una tempistica considerata troppo tardiva da molti osservatori. Microsoft ha persino abbandonato Intel a favore di Qualcomm per il suo programma Copilot+PC.

Le Sfide del Futuro

Il calo delle prestazioni e delle vendite dei prodotti di Intel ha portato l'azienda ad affrontare un'azione legale da parte degli azionisti, i quali accusano la società di aver nascosto problemi interni che hanno portato a risultati deludenti e al crollo del valore di mercato. Intel non ha ancora risposto ufficialmente a queste accuse.

Nonostante le difficoltà, il CEO Pat Gelsinger sta cercando di riportare l'azienda in carreggiata con investimenti significativi nella produzione di semiconduttori negli Stati Uniti. Intel prevede di investire 100 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni per costruire nuovi impianti e ampliare quelli esistenti. L'obiettivo è diventare il secondo più grande fornitore di servizi di produzione a livello mondiale, superato solo da TSMC, entro il 2030.

Tuttavia, sul fronte dei chip AI, Intel è ancora molto indietro. Si prevede che le vendite del chip AI Gaudi raggiungeranno i 5 miliardi di dollari nel 2024, una cifra che impallidisce rispetto ai 20 miliardi di dollari che Nvidia guadagna ogni trimestre con i suoi chip AI. AMD, dal canto suo, continua a guadagnare quote di mercato nel settore dei data center e dei prodotti AI.

Ryan Shrout, ex direttore strategico del dipartimento grafico di Intel, esprime fiducia nel chip Gaudi, ma avverte che Intel ha bisogno di una strategia di marketing e vendita coesa per sfruttare appieno le potenzialità di questo prodotto.

Conclusioni

Intel si trova di fronte a una sfida colossale. Le decisioni strategiche del passato hanno lasciato l'azienda in una posizione di svantaggio nel mercato dell'intelligenza artificiale e dei semiconduttori. Gli investimenti futuri e le nuove iniziative possono offrire una via di uscita, ma la concorrenza è agguerrita e i margini di errore sono minimi. Solo il tempo dirà se Intel riuscirà a invertire la rotta e a riaffermarsi come leader tecnologico a livello mondiale.