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Google perde la causa! Il giudice ha stabilito che l'azienda monopolizzava illegalmente

Google perde la causa! Il giudice ha stabilito che l'azienda monopolizzava illegalmente

Take Away:

  • Il 5 agosto, un giudice federale degli Stati Uniti ha dichiarato che Google ha monopolizzato illegalmente il mercato dei motori di ricerca.
  • Google è accusata di pagare miliardi di dollari ad aziende come Apple e Samsung per impostare il suo motore di ricerca come predefinito sui loro dispositivi.
  • La sentenza afferma che Google ha abusato della sua posizione dominante per impedire ai concorrenti di avere successo.
  • La decisione potrebbe avere implicazioni per altre grandi aziende tecnologiche come Meta, Apple e Amazon.
  • Google ha annunciato che farà appello, sostenendo di offrire il miglior motore di ricerca e di continuare a migliorare i suoi servizi.

Il verdetto contro Google

Il 5 agosto, un giudice federale degli Stati Uniti ha emesso una sentenza storica contro Google, dichiarando che la compagnia ha monopolizzato illegalmente il mercato dei motori di ricerca. Il giudice Amit P. Mehta, della Corte distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto di Columbia, ha affermato in una sentenza di 277 pagine che Google ha abusato della sua posizione dominante per rendere il suo motore di ricerca il predefinito sui browser web degli smartphone, impedendo di fatto ai concorrenti di avere successo.

Le accuse e le azioni di Google

Nel 2020, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e diversi stati hanno citato in giudizio Google, accusandola di consolidare illegalmente la sua posizione dominante. Tra le pratiche incriminate, vi è il pagamento annuale di decine di miliardi di dollari ad aziende come Apple e Samsung per impostare Google Chrome come opzione predefinita sui loro browser web, gestendo automaticamente le query di ricerca.

Queste azioni hanno aiutato Google a diventare il motore di ricerca più utilizzato al mondo, generando entrate annuali di oltre 300 miliardi di dollari, principalmente attraverso la pubblicità associata alla ricerca. Il giudice Mehta ha sottolineato che "Google è un monopolista e le sue azioni mirano a mantenere la sua posizione di monopolio".

Implicazioni della sentenza

Questa sentenza arriva in un momento in cui Google sta investendo pesantemente nell'intelligenza artificiale e si trova di fronte a un'altra causa antitrust federale sulla tecnologia pubblicitaria, che sarà processata il mese prossimo. L'ultima sentenza non colpisce solo Google, ma segnala che il potere dei giganti della tecnologia potrebbe essere limitato.

La decisione del giudice Mehta potrebbe aprire la strada a ulteriori azioni legali contro altre grandi aziende tecnologiche come Meta, Apple e Amazon. Questo caso ricorda l'importante sentenza antitrust contro Microsoft di oltre 20 anni fa, sottolineando l'importanza della vittoria per il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.

Reazioni e dichiarazioni

Rebecca Haw Allensworth, professoressa di ricerca antitrust presso la Vanderbilt University, ha definito questo caso "il caso antitrust più importante di questo secolo" e un momento di svolta significativo.

Dal canto suo, Google ha annunciato che farà appello contro la sentenza. Kent Walker, presidente degli affari globali di Google, ha dichiarato: "Questa decisione riconosce che Google fornisce il miglior motore di ricerca, ma conclude che non dovremmo avere un facile accesso ad esso. Mentre questo processo continua, continueremo a concentrarci sulla creazione di prodotti utili e facili da usare".

Testimonianze e controverse

Durante il processo, Satya Nadella, CEO di Microsoft, ha espresso preoccupazioni riguardo alla posizione dominante di Google, sostenendo che potrebbe creare una "rete di Google" e trasformare il rapporto con Apple in un "oligopolio". Ha avvertito che, se non controllata, Google potrebbe dominare anche la corsa allo sviluppo dell'intelligenza artificiale.

In risposta, il CEO di Google, Sundar Pichai, ha difeso le pratiche dell'azienda, affermando che Google offre servizi migliori per i consumatori. Gli avvocati di Google sostengono che gli utenti scelgono di utilizzare il motore di ricerca dell'azienda perché lo trovano utile e che Google continua a investire per migliorarlo.

Conclusione

Il governo ha sostenuto che, attraverso enormi pagamenti per diventare il motore di ricerca predefinito sui dispositivi, Google ha impedito ai concorrenti di crescere e competere. Questo ha permesso a Google di raccogliere più dati sui consumatori, migliorando ulteriormente il suo motore di ricerca e consolidando il suo dominio. La decisione del giudice Mehta segna un punto di svolta potenzialmente rivoluzionario nel modo in cui le grandi aziende tecnologiche operano e sono regolamentate.